Riflessologia Plantare in Ospedale, accade a Perugia
Dal 2017 trattamenti per i pazienti della Radioterapia Oncologica

Salute naturale 24 nov 2021

Medicina tradizionale e visione olistica possono “dialogare” in ambito oncologico?
Accade a Perugia. Da settembre 2017 la Struttura Complessa di Radioterapia Oncologica, diretta dalla prof.ssa Cynthia Aristei, offre la possibilità ai pazienti di usufruire di trattamenti di Riflessologia Plantare eseguiti dalla Naturopata RIZA Ramona Premoto. Una grande rivoluzione all’interno dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia. Niente preconcetti o compartimenti stagni che dividono in Radioterapia Oncologica, ma un obiettivo comune: considerare il paziente nella sua interezza e non solo la sua malattia. “Ormai da tempo grandi centri di eccellenza a livello internazionale hanno scoperto e messo in pratica le potenzialità della medicina complementare al fine di migliorare la qualità della vita del paziente – spiega la prof.ssa Aristei -. Purtroppo chi è malato di tumore attraversa un momento della vita molto complesso, deve accettare non solo la malattia ma anche la terapia, che in alcuni casi può provocare effetti collaterali importanti. Con l’aiuto della medicina alternativa dunque si può maggiormente supportare il paziente e considerarlo nella sua totalità. Certo, non tutti sono disposti ad accettare all’interno delle proprie strutture l’inserimento di discipline quali la Riflessologia Plantare o la Meditazione perchè questo comporta un cambiamento di vedute e di conseguenza l’ampliamento degli orizzonti. Ma credo che in qualsiasi ambito apertura e commistione, se ben regolati, possano essere solo fonte di arricchimento”.
Cooperare si può
Insomma a Perugia “tradizionale” e “non-convenzionale” depongono le armi per percorrere insieme la via del dialogo. “Nessuna guerra in corso – precisa la Naturopata Premoto -. Anzi ci tengo molto a ribadire che la Riflessologia Plantare non mira a sostituire nulla, ma può essere utilizzata come una valida stampella dalla medicina tradizionale. Lavora sui “punti riflessi” che abbiamo nei piedi, oltre 7mila tra pianta e dorso. Queste zone vengono stimolate dall’operatore attraverso il tocco. Succede che, durante la pressione praticata, parte un impulso che arriva direttamente a quella parte di cervello adibita al controllo di determinati Organi e Sistemi che a loro volta stimolano le corrispondenti e corrette funzioni dell’organismo. La cosa stupefacente è che chi riceve il trattamento non prova mai solletico o fastidio, pur trattandosi dei piedi, la nostra parte più delicata. Tutto questo perchè il corpo è in grado di riconoscere quel tipo di tocco e non lo percepisce come qualcosa di estraneo. La Riflessologia lavora in tre ambiti: congestione, infiammazione e tensione. Può essere di grande aiuto per alleviare gli effetti collaterali delle terapie, considerando sempre il paziente oncologico come soggetto unico, con una storia personale alle spalle e un modo altrettanto personale di vivere la malattia”.

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